IL CECCHINO DI GUIDONIA
Questo è il caso di Angelo Spagnoli, cinquantaduenne, capitano dell’esercito in congedo, tiratore scelto, laureato in Ingegneria. Fu congedato nel 1991 perché, come scritto in un documento sanitario dell’esercito, affetto dal disturbo borderline di personalità (“caratterizzato da uno schema pervasivo di instabilità che si ripercuote sui rapporti, l’immagine di sé, l’umore e il comportamento e ipersensibilità al possibile rifiuto e abbandono”)[1]. La moglie già qualche anno prima del congedo, aveva constatato per la prima volta, che qualcosa in lui non andava, esortandolo ad andare dallo psichiatra. Ciò non avvenne mai e la loro unione finì nel giro di un anno.
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1] Disturbo borderline della personalità (DBP) - MSD Manuals // Disturbo borderline della personalità (DBP) - Disturbi di salute mentale - Manuale MSD, versione per i pazienti (msdmanuals.com)
Spagnoli peggiorò sempre di più ma nessuno se ne accorse, lo stesso medico, che un anno prima della strage, gli aveva sottoscritto un certificato per il rinnovo del porto d’armi, sosteneva di non aver trovato nel paziente nessuna traccia di malattie del sistema nervoso.
L’uomo era convinto che da un momento all’altro la sua casa potesse essere assaltata da nemici invisibili che volevano la sua morte e di conseguenza quella di sua madre e di sua sorella, le quali abitavano nella sua stessa palazzina. Pensava quindi di doversi difendere e iniziò, già mesi prima della strage a costruire una vera e propria trincea per combattere la guerra che era però, come avevamo anticipato, solo nella sua mente. Aveva trasformato la sua casa in una fortezza inespugnabile, protetta da filo spinato, bidoni di benzina, piena di trappole e di armi offensive. Barricò la porta del terrazzo dove vi era possibile accedere esclusivamente attraverso una botola dal suo appartamento.
La strage
Era la sera del 3 novembre del 2007, intorno alle 19.00 in via Fratelli Gualandi, Guidonia (RM), quando Angelo Spagnoli iniziò la sua guerra. Seminò il terrore quando dal terrazzo l’ex capitano dell’esercito con un lanciafiamme a benzina compressa dà vita ad una violenta scarica di fuoco che rimbalza sull’asfalto tra auto e persone. Dopodiché, Spagnoli inizia a sparare con una carabina e una pistola, colpisce a morte Pino di Gianfelice (1959-2007), tatuatore di 48 anni che fu il primo ad intervenire per fermarlo e avvisare gli abitanti della palazzina che stavano andando a fuoco.
Il secondo colpo fu per la compagna della vittima, ferita a un fianco. Poi ha sparato contro la figlia della donna, non centrandola. La sua seconda vittima è Luigi Zippo (1950-2007), guardia giurata di 57 anni che passava in via Fratelli Gualandi per questioni di servizio, il quale era andato a soccorrere Pino di Gianfelice. Il cecchino si accanisce poi contro i passanti, forze dell’ordine e personale medico che cercava di intervenire per soccorrere i feriti, ma solo dopo tre ore di sparatoria ininterrotta con 800 bossoli per terra, 2 vittime e 8 feriti, Spagnoli viene catturato. Quest’ultimò dichiarò al Pm di Tivoli di aver agito per difendersi da una persecuzione nei suoi confronti e sostenne di essere continuamente spiato e controllato per timore che svelasse ciò di cui era venuto a conoscenza quando era ufficiale dell’esercito. Al magistrato aggiunse di avere la casa piena di microspie e che stavano cercando di eliminarlo. Infine, Spagnoli si disse “dispiaciuto” per le vittime della sparatoria aggiungendo che non era sua intenzione colpire persone <<estranee>> alla sua guerra privata contro l’esercito, dal quale sarebbe stato costretto a congedarsi. Il suo comportamento apparve ai magistrati paranoico, da qui la decisione del GIP di farlo sottoporre a perizia psichiatrica.
Conclusione
Nel 2010 il GIP assolse Spagnoli perché ritenuto incapace di intendere e di volere, con l’obbligo di ricovero presso un ospedale psichiatrico per 10 anni. Tante sono state le opposizioni, soprattutto perché non solo l’omicida non è stato sottoposto a detenzione carceraria ma in più, l’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa (CE), su istanza dei suoi legali, gli aveva concesso dei permessi per Pasqua e Natale. Antonella Follieri, che difende Spagnoli, spiega che per i magistrati non c’è pericolosità sociale.
Furono, inoltre, indagate per omicidio colposo e per concorso in detenzione illegale di armi la madre e la sorella di Angelo Spagnoli ma il 26 marzo 2014 furono assolte perché il fatto non sussiste poiché l’ordinamento giuridico non prevede l’obbligo di denunciare un familiare, se non nel caso di reati contro lo Stato punibili con la pena dell’ergastolo e inoltre Spagnoli era una persona provvista di licenza per la detenzione delle armi.
La conclusione di entrambi i processi ha scatenato una rabbia irrefrenabile dei parenti delle vittime che speravano in una giusta pena.
Angelo Spagnoli classificato come Mass Murder Classic
Lo classifichiamo come Mass Murder Classsic (ovvero “omicidio di massa classico”), colui il quale uccide o tenta di uccidere diverse persone nello stesso momento e nello stesso luogo. In questa tipologia rientrano soggetti asociali e solitari, affetti da disturbi psicotici caratterizzata da allucinazioni, deliri di persecuzione o disturbi della personalità, operano in una sola scena del crimine e in un unico arco di tempo. Il Mass non conosce le sue vittime, le quali per lo più, sono scelte casualmente. Inoltre, non cercano di nascondere le loro tracce e non oppongono resistenza all’arresto. In concreto compie una strage, o almeno la tenta. Il Mass Murder prima di sferrare l’attacco, si equipaggia con il maggior numero di armi letali e va avanti senza fermarsi e senza nascondersi.
In Italia è poco descritto il fenomeno dei Mass Murder Classic, difatti troviamo maggiori differenze e classificazioni per quanto riguarda i Serial Killer.
Sicuramente la letteratura americana e l’incidenza dei Mass è più frequente in America grazie alla libera vendita delle armi, e se la stessa libertà l’avesse anche l’Italia, l’America perderebbe il suo primato in fatto di omicidi di massa?
Teresa Setola