IL RAPPORTO TRA CORPO E MENTE
Autore: Avv. Angelo Russo
Il rapporto tra mente e corpo è un tema affascinante su cui l’uomo si è sempre interrogato. Due concetti apparentemente distinti che si riabbracciano inscindibilmente in ogni attimo della nostra vita. Tra di essi vi si inserisce, in maniera non sempre allineata, la “parola”.
La comunicazione verbale spesso è oggetto di distorsioni o manipolazioni ed, in ogni caso, può essere facilmente controllata.
Esistono una serie di elementi che, considerati nella giusta direzione, possono aiutare e non poco, a svolgere un lavoro di verifica di quanto si esprime “ a voce”.
Bisogna andare necessariamente per gradi.
Si parte dal presupposto logico che la comunicazione verbale è solo uno dei tantissimi sentieri che un essere umano percorre per comunicare, del resto solo il 35 % di tutta la comunicazione fa capo alle parole.
Sia come esperti di un dato settore, ma principalmente nella vita di tutti i giorni, appare utile al fine di comprendere meglio non solo se stessi, ma anche chi si ha di fronte, cosa sta dicendo, e, principalmente, se ciò che dice corrisponde a verità, non si può non tener conto di quanto possa essere di supporto la disamina del linguaggio del corpo al fine di poter apprendere da esso la personalità del nostro interlocutore. A par modo, per la realizzazione di un profiling, un esperto criminologo trarrà certamente un vantaggio se saprà ben valutare, in una visione di insieme che imprescindibilmente osserva anche l’individuo in quanto tale, tutti gli aspetti somatici. Nel corpo, nella sua postura, nella gestualità e finanche nei colori che si indossano ed il tono di voce: esistono, o meglio, coesistono, una serie infinita di informazioni “genuine”, su cui è impossibile esercitare un controllo “cosciente”, e che offrono una possibilità enorme, se colte, di configurare un quadro della personalità, delle problematiche e del vissuto sociale di chi si trova di fronte.
Tutto parla di noi, lo studio della personalità attraverso l’osservazione del corpo e la comunicazione non verbale non può trarre in inganno.
Sin dall’antichità, vi sono testimonianze significative in merito allo studio del corpo in una chiave di lettura più ampia e che consente di “leggere” l’individuo sotto diversi profili. Sia il mondo occidentale che quello orientale hanno offerto i loro contributi in materia. Molti studiosi, hanno affermato inoltre che le sollecitazioni emotive, se prolungate nel tempo, agiscono al punto da trasformare e plasmare il corpo. La correlazione tra un disturbo somatico e la sua natura psicologica ci deve far riflettere sulla correlazione strettissima tra mente e corpo: questa del resto è la base della psicosomatica.
Nel “misterioso salto dalla mente al corpo” l’uomo deve essere inteso come un olos, un tutto dove risulta indistinguibile sia ciò che attiene puramente all’aspetto organico e ciò che appartiene al mondo della psiche. Da questo punto di vista, cambierebbe ovviamente anche il significato della malattia, che nell’ottica psicosomatica riguarda sincronicamente tutte le sfere; risulta perciò impossibile nonché riduttivo classificare i disturbi come circoscritti all’organo colpito, ma è necessario cogliere invece il senso profondo e globale che questi vogliono esprimere. Ogni area del corpo sovrasta funzioni fisiche e biologiche diverse tra loro ed uno stato di alterazione, può essere oggetto di interpretazione in una chiave di lettura che vede l’intero corpo umano non solo come le funzioni biochimiche, ma come una perfetta macchina in cui tutti gli equilibri fisici dipendono principalmente da un equilibrio emotivo e psicologico. Riuscire a mettere in relazione il significato profondo del sintomo con il significato simbolico dell’organo colpito, certamente aiuterà l’interprete a vedere la persona in una visione globale ed a comprenderne meglio la personalità, la sua storia ed il suo vissuto.
Dott. Angelo Russo - Staff dell’OGI